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Immagine del redattoreValentina Saracco

HUACACINA: L'OASI FARLOCCA. Cosa vedere e dove alloggiare nel paradiso del Dune Buggy

Aggiornamento: 27 apr 2022

( still day 1) ARRIVO A HUACACINA [Cosa offre la città oltre oasi artificiali, nightlife scatenata e ristoranti per turisti] Finito il tour di Paracas, verso le 15 salto su un bus turistico che va direttamente a Huacacina, i bus diretti non sono frequenti, normalmente fermano tutti a Ica, e poi da lì si prende un taxi per 10 soles circa. Arrivo al tramonto (sì, tramonta presto) e mi fiondo (non senza fatica) subito su una duna per vedere il panorama. E’ tutto molto bello e rilassante, se non che, col calar del sole arriva il gelo e devo andare rifugiarmi velocemente in ostello. L'ostello era il Wild Rover, famosissimo party hostel, che sarebbe stata anche una cosa carina se solo non fossi stata così devastata dalla vita. La struttura è davvero ottima, il party mood un po' eccessivo per i miei gusti, ed era pure il mio compleanno. Questi 31 anni li ho sentiti tutti e profondamente nel momento in cui ho visto sciami di ventenni scolare shots dai colori improponibili e ho sentito solo l’irrefrenabile desiderio di andare a dormire. E così ho fatto. Penso di aver già dato molto, nelle mie vite precedenti, per quanto riguarda questo tipo di serate, ampiamente e frequentemente, lavorandoci pure! ... Sì ok, sono vecchia. Fanculo, però ho deciso che avere 31 anni vuol dire anche sentirsi liberi di andare a dormire al posto di sbronzarsi con alcol di pessima qualità insieme a gente decisamente più entusiasta di te. Penso di essere crollata verso le 8, dopo aver bevuto un mojito e intrattenuto un po’ di conversazioni surreali con gente che prima di cena stava già sbiascicando durissimo. A mezzanotte però mi sono svegliata. Non ero più distrutta come prima, avrei potuto scendere a unirmi alla festa... Ma ne avevo davvero voglia? Naaah. Il delirio da discoteca non si sentiva dalla stanza, bisognava andare in corridoio per iniziare a ballare. In compenso era chiarissimo il delirio da strada.

E qui, come in tutto il centro/sud America, se non peggio, usano il clacson come semplice segnalatore di presenza. E’ una locuzione cartesiana: “Esisto dunque suono il clacson”. Insomma, alla 5.30 del mattino sotto alla mia finestra c’era ancora una situazione che sembrava in tutto e per tutto via Tortona durante il salone del mobile, ma con rumori di fondo più simili al post derby a San Siro.. Non ho più dormito. Volevo uscire, andare, fare... Ma ovviamente la sera leoni, la mattina.... Insomma fino alle 11 non c’era quasi nulla di aperto e il meteo faceva abbastanza schifo. Ho provato a prenotare il mio bus notturno per Ayacucho, ma su internet non c'era più disponibilità. Così contratto un taxista (enorme, con pantaloni troppo larghi e maglietta troppo corta, che permettevano una chiara vista delle sue chiappe), che guidava una minuscola Uno occupando praticamente anche l’altro sedile, e mi faccio portare di corsa a Ica alla stazione dei bus per risolvere la cosa.

Sinceramente l’idea di essere bloccata in una fottuta oasi in mezzo al nulla per svariati giorni non mi piaceva affatto, e dunque sono andata di persona ad impossessarmi dell’ultimo biglietto rimasto per quella sera. Al mio ritorno lentamente si apre il cielo, faccio un giro sulle dune a piedi, è fottutamente faticoso. Ho più sabbia nelle scarpe che nei sulla pelle. Il mio desiderio era di arrivare fino alla cima della duna più alta, ma capisco velocemente che è un’idea del cazzo, Così torno a cuccia. Il problema è che Huacacina come villaggio in sé non è davvero niente di che. Una volta era una vera oasi, oggi ho sentito dire che l’acqua ce la portano con le pompe. E tutto attorno hanno costruito hotel, ristoranti e discoteche. Il tutto molto turistico a prezzi altrettanto turistici. Ciononostante credo che valga comunque la pena di passarci un giorno per poter fare il giro sul dune buggy e uccidersi con il sand boarding. Cosa che avrei fatto da lì a poco.


Day 2 - 11/10 HUACACHINA - DUNE BUGGHY E SAND BOARDING [Ammettiamo che rischiare di morire tra le dune è comunque piuttosto divertente] Ogni agenzia del luogo, così come ogni procacciatore di clienti in strada vi offrirà praticamente la stessa cosa: 2h di dune buggy con 3 discese con la tavola e vista del tramonto. I prezzi variano molto, ma la mia idea è che non ha assolutamente senso prendere i più costosi perché alla fine fanno tutti lo stesso identico giro. Si va da 25 ai 50 soles. Io ne avevo trovato uno a 30, ma poi è scomparso. Quindi ne ho contrattato uno last second per 40, una ragazza che mi ha giurato che quelli da 25 ti mollavano solo dietro la prima duna e i conduttori era dei pazzi che ti abbandonavano a te stesso mentre loro no. Riassunto? Il conducente era un pazzo che ci ha abbandonato a noi stessi come tutti gli altri. E non abbiamo nemmeno fatto la tappa tramonto perché ormai il sole era tramontato. In generale regola per quasi tutti i tour in Perù: all the same shit.

Ad ogni modo, il tour è molto bello, ti portano con queste jeep aperte alle spalle dell’oasi dove si estendono dune sconfinate, sembra di stare davvero nel Sahara, solo un po' meno rosso. Per i principianti (99%) per fare sand boarding ci si mette sdraiati di pancia e ci si lascia scivolare giù. Si viene prima portati su una duna piccola per prendere confidenza e poi su due più grandi. Peccato che io già alla seconda abbia preso una velocità pazzesca e che una piccola duna alla fine della discesa mi ha fatto sobbalzare non poco e fracassare il monte di venere. Avendo io una sola vagina, e manco troppo sana, ho preferito evitare la terza discesa. “Too young to die” sarà una frase ricorrente nel mio viaggio, motrice delle mie più sagge scelte. Anche se ancora non sapevo cosa mi aspettava per il viaggio di ritorno. In confronto la discesa sulla tavola era per bimbi dell’asilo.

È stato tipo essere sulle montagne russe, ma molto meno tranquillizzante perché non si è su delle rotaie, ma si vola tra una duna e l’altra. E quando dico vola intendo proprio vola. Eravamo in 8 in quella jeep e gridavamo tutti come ragazzine al concerto di Justin Bieber. Ad ogni modo è un’esperienza davvero figa ( non adatta a deboli di cuore) e ne siamo usciti tutti vivi, con svariati oggetti personali in meno (sono volati occhiali, cappelli, sciarpe etc), ma vivi! Con una chilata di sabbia addosso torno verso l’ostello, dove cazzeggio in attesa del bus notturno che mi avrebbe portato ad Ayacucho.

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