Non si può dire di aver davvero visitato una città senza averne carpito almeno qualche segreto.
Se non volete visitare la città con una guida, e non siete intenzionati a prendere parte a un free tour come QUESTO (che comunque vi consiglio), vi suggerisco almeno di leggervi un po' di queste intriganti curiosità prima di visitare la capitale portoghese. Io ho raccolto tutte queste storie in anni ed anni di avanti e indietro dalla capitale portoghese, come ulteriore riprova di mio eterno amore nei confronti di questa città.
Curiosità su Lisbona che forse non conoscevi:
I segreti dei Pasteis de Belém
Nessuno può andare a Lisbona e non provare i pasteis de Belem. No, non i pasteis de Nata, proprio quelli di Belem, gli unici, inimitabili, originali! La leggenda vuole che la ricetta nacque proprio qui, nel Mosteiro dos Jeronimos. Un tempo nei monasteri si usavano molti bianchi d'uovo per inamidare le vesti e quindi usavano i tuorli restanti per creazioni dolciarie, tra cui il delizioso ripieno dei pasteis. La pasta sfoglia invece verrebbe dalla Francia, dove alcuni dei monaci avevano vissuto. Dopo l'abolizione degli ordini religiosi nel 1822, il monastero iniziò a vendere i pasteis per avere delle entrate economiche e auto sostentarsi, ma nel 1834 venne chiuso e pare che abbia ceduto la ricetta proprio all'attuale Fábrica de Pastéis de Belém, che aprì i battenti nel 1837. Per mantenere la ricetta segreta pare che fu costretto a firmare un patto di riservatezza. Ad oggi la ricetta è segreta, chi lavora in cucina e fa la crema non conosce la ricetta della sfoglia e viceversa. Tenete conto che vengono sfornati 20.000 pasteis al giorno. A 1.20€ cad. Fate voi i conti :)
Gli abitanti di Lisbona si chiamano “alfacinhas” cioè “lattughini”
Non c’è una spiegazione ufficiale a riguardo, ma esistono due ipotesi abbastanza plausibili.
Dutante l’occupazione araba di lisbona, era molto comune coltivare lattuga
A Lisbona in passato si è passata anche molta fame durante gli assedi, e per sopravvivere le persone hanno dovuto mangiare ciò che maggiormente cresceva nella regione, appunto, insalata.
Lisbona ha visto un terremoto, uno tsunami e un incendio in un solo giorno
Quello che successe il primo di novembre del 1755 ha cambiato per sempre il volto e il destino di Lisbona. La mattina del giorno dei morti la terra ha tremato fortissimo sotto ai piedi dei lisboeti. Il problema è che trattandosi proprio del giorno dei morti, alle finestre c’erano moltissime candele accese e la maggior parte delle case era in legno, quindi altamente infammabili. Le case crollarono come pane in briciole, in molti, spaventati, scapparono verso Belem e verso il Tejo, ma ecco che uno tsunami si abbattè sulla città nella parte vicino al fiume. Si stima che quel giorno, circa l’85% degli edifici della città andarono distrutti o furono fortemente danneggiati. NB: se volete saperne di più sul terremoto dovreste proprio andare a QUAKE un meraviglioso museo multimediale che racconta nei dettagli l'evento che ha sconvolto il Portogallo.
Strani test antisismici
Dopo il terremoto, venne il momento della ricostruzione, che porta il nome di Marquês de Pombal, che oggi vediamo a cavallo in Praça do Comercio. La parte bassa della città, conosciuta come baixa, viene chiamata anche Baixa Pombalina, proprio in onore del suo ideatore, facilmente riconoscibile per la struttura fortemente geometrica, a griglia. Per evitare altri crolli dovuti ad eventuali terremoti, sono stati costruiti edifici robusti e “antisismici” per quanto potessero esserlo a fine 700. Sapete come hanno fatto questi test? Prendendo delle truppe militari, con centinaia di uomini, che marciando tutti insieme potessero ricreare ( più o meno) le vibrazioni sismiche di un terremoto. Ingegnoso, no?
La Avenida da Liberdade è una “copia” degli Champs-Élysées
Quella che oggi è la strada più “chic” della città, con i suoi negozi di alta moda e i viali alberati, fa parte del progetto di ricostruzione di Marques de Pombal, che ha espressamente richiesto che questa importante arteria cittadina fosse ispirata alla più famosa via di Parigi.
Ma la sapete la cosa più buffa?
Fino al 1821 era in realtà una strada chiusa, con tanto di porta e mura, riservato unicamente all'alta società.
Rio de Janeiro o Lisbona?
Difficilmente non vi sarete accorti del grande Cristo Redentore che veglia su Lisbona dall’altro lato del Tejo. Assomiglia davvero moltissimo al famoso Cristo Rei di Rio, sebbene parecchio più piccola.
Ebbene sì, ed stata costruita per commemorare la sopravvivenza del Portogallo alla seconda guerra mondiale.
La statua e il suo splendido miradouro sono visitabili, un’esperienza che se avete del tempo e il meteo dalla vostra parte, vi consiglio assolutamente.
San Francisco o Lisbona?
Difficile non notare la somiglianza dell'imponente ponte rosso sul Tejo. Il ponte venne costruito dall'American Bridge Company, la stessa compagnia che si occupò della costruzione del famoso Golden Gate Bridge di San Francisco, al quale è ispirato.
Il ponte 25 di Aprile, portava il nome di un dittatore. Oggi ricorda il giorno della liberazione, ma un tempo portava il nome di Salazar, controversa figura politica che mantenne il potere in Portogallo per diverse decadi. Il ponte fu inaugurato nel 1966, ma il suo nome venne cambiato solo nel 1974, dopo la famosa rivoluzione dei Garofani.
Il ponte più lungo d’Europa è qui.
Il ponte Vasco da Gama, che collega Lisbona con la “margem sul” misura 17.185metri ed è a tutti gli effetti il ponte più lungo d’Europa. Per avere un’idea, il “futuribile” e discussissimo ponte sullo stretto di Messina, ne misurerebbe appena 3. Ovviamente sono situazioni differenti, qui siamo su un fiume, con una profondità ridotta e poche problematiche di stabilità
Anche la libreria più antica del mondo è a Lisbona
A Porto ci sarà la livraria Lello, abbastanza impareggiabile in quanto a bellezza, ma a Lisbona abbiamo la libreria più antica del mondo! Si chiama Bertrand Chiado e si trova in Rua Garrett 73 e 75. Lo spazio è piccino, ma visitabile e visitato da molti turisti ogni giorno.
Cosa ci fa il Re del Messico a Rossio?
Pare che l’enorme e imponente statua nella piazza più famosa della città (quella in Rossio), non sia davvero a immagine e somiglianza di D. Pedro IV. Qualcuno dice che l’autore della statua si sia confuso con le richieste di Messico e Portogallo, sbagliando nella creazione del monumento. Qualcun altro dice che sempre questo povero artista, aveva ricevuto una commessa dell’imperatore messicano, ma essendo Massimiliano tragicamente morto, lo scultore ha pensato bene di “riciclare” la statua che ormai era stata fatta. Viva l’ecologia! Purtroppo, pare che siano solo leggende, ma va bene così.
Lisbona sotterranea
Nel pieno cuore della Baixa esistono delle gallerie romane del 1’ secolo dc, scoperte nel 1770, durante i lavori di costruzione di un nuovo edificio. Purtroppo le gallerie non sono visitabili se non un paio di volte l’anno, anche perché spesso e volentieri sono piene d’acqua. Più info qui .
Sant’Antonio: il cupido portoghese
La leggenda vuole che Sant’Antonio aiuti le ragazze a trovare il vero amore (o il marito, a seconda del grado di romanticismo che volete avere). Una storia narra di quando il santo, commosso dalla storia di una ragazza senza soldi per la dote, le fece recapitare, in modo anonimo, i soldi raccolti dalla carità, affinché potesse sposarsi. Un’altra leggenda racconta di quando una ragazza, disperata per essere ancora zitella, avessi tirato l’immagine del santino giù dalla finestra, che cadde in testa ad un soldato che passava di lì, e i due si innamorarono perdutamente.
La realtà è che oggi Santo Antonio è un vero simbolo di amore e matrimonio, soprattutto per il Comune di Lisbona, che ogni anno organizza dal 1958 i Casamentos de Santo Antonio, offredo a 12 coppie una cerimonia da sogno (in cambio di pochissima privacy e intimità, essendo fatta in gruppo e poi mandata in onda in TV). Però, con quel che costa oggi un matrimonio, quasi quasi, ci sarebbe da farci un pensierino…
La cappella più cara del mondo.
La Capela São João Batista, che si trova dentro alla Igreja de São Roque è considerata la cappella più cara del mondo. E furono proprio degli architetti italiani a costruirla (a Roma) in stile barocco, nel 1742, grazie ad ingenti quantità di oro brasiliano. Se vi state domandando come, sappiate che fu benedetta dal Papa a Roma, smontata e poi inviata a Lisbona con 3 diverse navi.
Fun fact, durante il terremoto del 1755 la chiesa fu una delle pochissime a rimanere quasi intatta, per questo è apprezzabile nel suo splendore iniziale. Già che ci siete, buttate in occhio in alto al tetto della Igreja de São Roque, è interamente in legno, con dipinte rappresentazioni dell'apocalisse.
I piccioni di Lisbona prendono la pillola.
Non solo a Lisbona è vietato per legge dar da mangiare ai piccioni, ma durante alcuni periodi dell’anno i piccioni vengono alimentati con un contraccettivo orale, per evitarne l’eccessiva riproduzione.
I piccioni sono infatti una vera piaga nelle città portoghesi, portando con loro sporcizia e malattie.
Come si dice caffè in portoghese?
Noi italiani siamo famosi per la nostra ossessione per il caffè, ma siamo sicuri che i portoghesi siano da meno? Io dico di no. Anche se praticamente nessuno chiede “un caffè”. Ecco cosa potrete sentire dentro ad un bar:
Uma Bica – quello che per noi è l’espresso. La storia dice che il nome sia l’acronimo del consiglio scritto nel più famoso bar di Lisbona “A Brasileira” che recitava “Beba Isto Com Açúcar” ossia “bevi questo con zucchero”.
Garoto – Caffé con latte
Pingado - Caffè con una “goccia” (pingo) di latte.
Café curto – più simile al nostro
Café cheio – equivalente al nostro lungo
Carioca – è il secondo caffé che esce dallo stesso macinato.
Abatanado – caffè con aggiunta di un pochino d’acqua
Leggende sulla storia di Lisbona
La leggenda del corvo: simbolo di Lisbona
Non tutti lo sanno ma il simbolo di Lisbona è un corvo.
Animale non particolarmente attraente, o simpatico, o gioviale.
A me viene in mente "Uccelli" di Hitchcock ogni volta che lo vedo.
Cieli grigi, cabine telefoniche invase da pennuti che fanno versi fastidiosissimi...morte.
Di fatto niente che possa nemmeno lontanamente ricordare la bellezza di questa città.
Ovviamente c'è un perché se un animale tanto nefasto è simbolo di una città tanto bella, e la ragione, come spesso accade, è una leggenda.
C'era una volta...
il medioevo, epoca in cui i mori (alias musulmani nord africani) avevano colonizzato tutta la penisola iberica e stavano obbligando gli abitanti di questa terra a trasformare ogni chiesa in moschea. Ma i cristiani di Valencia non ci stanno e decidono di mettere in salvo almeno il corpo del povero Sao Vicente (ucciso giustappunto dai mori) e di seppellirlo nell'unico angolino iberico ancora cristiano: le Asturie.
Per intraprendere questo lungo viaggio optarono (chissà perchè) per il mare, ma ben presto l'oceano e la sua foga costrinsero la nave ad attraccare in Algarve e i pirati che gironzolavano in zona li obbligarono ad una lunga permanenza in quella terra.
Una volta capito che il progetto delle Asturie era un po' improponibile tra pirati e mare arrabbiato, i valenciani decisero di seppellire Sao Vicente proprio lì dov'erano, costruendoci attorno un piccolo villaggio. (Il luogo esatto di sepoltura attualmente si chiama, guarda un po', Cabo Sao Vicente ed è uno dei posti più belli del Portogallo)
Nel frattempo il nostro eroe D. Alfonso Henriques (futuro primo re del Portogallo) si era messo in moto per scacciare i mori e per unificare il paese. Il compito non era dei più facili ma Alfonso era un uomo tenace. Per assicurarsi un po' di successo in battaglia il futuro Re fece un voto a Sao Vicente, promettendo che se fosse riuscito a scacciare i mori da Lisbona avrebbe riportato i suoi resti nella capitale e avrebbe fatto costruire una chiesa in suo onore.
Dopo la vittoria del 1173 D. Alfonso Henriques mandò a cercare i resti del santo che avrebbero dovuto essere sepolti in un piccolo villaggio vicino a Sagres. Piccolo dettaglio: il villaggio era stato raso al suolo dai mori indispettiti dalle vittorie dei portoghesi e quindi non c'era più traccia di dove potessero essere nascosti i resti (google maps non era ancora in voga).
Fu allora che D. Alfonso avvistò uno stormo di corvi che svolazzavano sopra ad un pezzetto di terra, chiese ai suoi uomini di scavare esattamente in quel punto e proprio lì apparvero magicamente i resti del martire. Il corpo fu trasportato in nave fino a Lisbona nel 1176 e durante tutto il viaggio due corvi accompagnarono la nave, come a volerla proteggere, fino all'arrivo in città.
Per questo motivo il corvo divenne il simbolo della città.
Il corvo era un simbolo così forte a Lisbona che agli inizi del 900 era ancora possibile trovare questi animali negli ingressi di quasi ogni taverna, e tutti si chiamavano Vicente.
I proprietari malandrini avevano insegnato loro a correre dietro le gambe delle signore per pizzicarle e pronunciare frasi sconce come si fa con i pappagalli.
Inoltre per molto tempo il comune ha avuto una grande gabbia piena di corvi nel Castello di Sao Jorge. Oggi però questi animali stanno lentamente scomparendo.
La leggenda di Ulisse e la fondazione di Lisbona
Avrete senz’altro notato la confomazione collinosa di Lisbona, ma come è nata? La leggenda vuole che un tempo, dove ora sorge la città di Lisbona, ci fosse un regno chiamato Ofiusa, dove viveva una popolazione di enormi serpenti. Un bel giorno in quella terra meravigliosa arrivò nientepopodimeno di Ulisse che, con la sua solita umiltà, vedendo un panorama così incredibile affermò: "qui edificherò la più bella città dell'universo e le darò il mio nome...sarà Ulisseia, capitale del Mondo".
Peccato che presto capì che non sarebbe stato così facile, infatti i serpentelli che abitavano Ofiusa stavano letteralmente massacrando a morsi i suoi uomini, uno dopo l'altro.
Da notare però che gli esseri striscianti erano capeggiati da una regina, metà serpente, metà donna, di una bellezza conturbante, talmente affascinante da essere riuscita ad ammaliare Ulisse che nel suo viaggio si fermò, nonostante tutto, qualche giorno in più nella terra dei serpenti.
Come spesso accade però, alla fine, quella che perse completamente la testa, fu proprio lei.
Era pronta a dividere con lui il suo regno e a sposarlo.
Ulisse, all'udire queste parole - da vero uomo - si cagò un po' in mano e decise di fingere di ricambiare il suo amore, ma giusto per il tempo di far riposare l'equipaggio e di fare rifornimento. Il nostro marinero infatti aveva già un piano per andarsene da lì a poco (forse per porre fine alle sofferenze di Penelope, o forse per andare a cuccare altre fascinose sirene sulla via di casa) e così, quando una mattina la regina serpente si svegliò e non lo trovò nel letto, arrabbiata e ferita, corse fino alle rive del Tejo per fermare il suo grande amore.
Ecco...forse correre, non avendo mai avuto delle gambe, non è proprio il termine migliore.
La regina infatti strisciò con tutta la sua forza dal colle dove si trovava la sua alcova fino all'acqua blu del fiume, e fu così che dietro di sé lasciò sette colline, che ancora oggi tendono tutte al rio Tejo in cerca di un amore eterno.
E con questo ho concluso. Se seguite i miei consigli, o avete dei suggerimenti a riguardo, fatemelo sapere nei commenti o in privato. Mi fa sempre molto piacere. Se volete vedere altri contenuti simili seguitemi su instagram e scoprite post, reel e stories in evidenza! Buone fughe da Milano!
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