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Immagine del redattoreValentina Saracco

Trieste, l'Italia di confine

Aggiornamento: 20 feb 2022

Due giorni tra questa splendida cittadine e le piccole gemme dei suoi dintorni



Trieste è #bella, col sole è stupenda. Col #sole a inizio marzo, lo è ancora di più.



Era molto tempo che volevo andarci, ma non avevo ancora trovato la giusta occasione. Non sembra, forse, ma Trieste è davvero #scomoda, quando sei a Venezia, e pensi, beh, sono arrivato, mancano ancora altre 2 ore di treno, o di auto. Insomma, a Trieste non ci si passa, bisogna volerci andare di proposito. E io volevo, e poi ci lavoravo pure, quindi cosa meglio di attaccarci un weekend? Trieste è #piccola. Se siete preoccupati di non poter vedere tutto in due giorni, potete stare tranquillissimi, io ho visto quasi tutto in un pomeriggio :) Le cose principali si vedono tutte a #piedi, a breve, brevissima distanza l’una dall’altra. L’unica cosa che non sono riuscita a fare, e mi spiace, è stata perdermi tra i tanti #musei. Sicuramente l’avrei fatto volentieri avendo avuto più tempo, perché sembravano tutti davvero meritevoli. Dunque, ecco qui un riassunto della mia esperienza, da migliorare e copiare :)


  1. Consiglio numero 1: se potete andare in #macchina, è meglio, per il semplice fatto che la città è piccola, ma i #dintorni hanno molto da offrire, e avere un mezzo proprio è sempre comodo.

  2. Consiglio numero 2: #prenotate #prenotate #prenotate! E’ vero che era sabato. è vero che c’era l’inaugurazione della #CostaVenezia, è vero che era #Carnevale, ma ho chiamato almeno 4 ristoranti che mi hanno rimbalzato perché tutto pieno. Quindi pensate bene e intensamente a dove volete mangiare e chiamate per tempo.



GIORNO 1

Avevo preso una bellissima casetta con #airbnb in una posizione spaziale, a pochi metri dalla movida e dal centro.

Da qui ho iniziato a camminare verso piazza #Unità d’Italia. Incrociando per prima la #statua di #Svevo, poi delle viuzze meravigliose, poi degli alimentari che vendevano formaggi “puzzoni” come da descrizione sulle lavagnette. In pochissimi minuti eccomi alla piazza. E’ davvero bella, anche se da mezza Lisboeta, paragonandola a Praça do Comercio, fa molto meno effetto. Apprezzo più gli edifici ausburgici, casti ed elegantissimi, che lo sbocco sul mare, per quanto stupendo. E poi era carnevale, quindi c’era una palchetto e un sacco di bizzarre creature travestite che si lanciavano coriandoli e correvano qua e là. Sul lato sinistro della piazza si trova il caffé degli specchi. Uno dei 5 caffé storici di Trieste. (qui trovate l’elenco completo dei caffè storici https://www.trieste.com/vacanze/itinerari/caffe.html)

Dentro è molto bello, ma se pensate di trovare una sala di soli specchi, rimarrete molto delusi, si tratta solo di un retaggio del passato, motivo per cui, sedersi fuori al sole è stata una scelta vincente.



Proseguendo sulla destra si trovano la piazza della #Borsa, il bellissimo #canalgrande, con ai lati il #tempio serbo ortodosso e la #chiesa di sant antonio Taumaturgo. Fino ad arrivare alla chiesa evangelica luterana, tutta guglie e forme gotiche, e poi in #stazione, dovevo dovevo recuperare il festeggiato e portarlo a spasso per la città.

Vista la tarda ora abbiamo optato per un posto qualunque con i tavolini al sole (Pep's Fish House) dove però avevano solo qualche panino rimasto, senza infamia e senza lode. Magari a pranzo fanno anche cose buone, ma non ci è stato dato sapere. Finito il pranzo inizia la salita verso:


  • La basilica di San Silvestro

  • La parrocchia di Santa Maria Maggiore, una bella chiesa barocca in una privilegiata posizione rialzata

  • L’arco Riccardo ( due parole di storia prese da internet) "...che secondo alcune fonti è una delle romane di Trieste risalente al I secolo a.c. Secondo un’altra ipotesi, l’arco di Riccardo potrebbe essere stato l’ingresso di una zona sacra realizzata in onore della Magna Mater – antica divinità anatolica e dea della natura, degli animali e dei luoghi selvatici. Anche sul nome della struttura esistono diverse interpretazioni. E gli storici non hanno ancora stabilito quale sia la più vera. Una leggenda vuole essere legato a Riccardo Cuor di Leone che di ritorno dalla Terra Santa, sarebbe stato imprigionato a Trieste. Un’altra ipotesi vuole che l’arco di Riccardo sia stato dedicato a Carlo Magno di passaggio nella città alabardata. Qualche studioso pensa invece che sia una deformazione della parola “cardo” – nome di uno dei classici assi viari romani. Tra le varie possibilità, esiste poi quella secondo cui sia una deformazione di “ricario” – la magistratura medievale la cui sede non era molto lontano da qui. Al di là dei nomi, l’arco di Riccardo resta tra i simboli più preziosi e di valore di Trieste."


  • La cattedrale di san Giusto Martire. ...che è stata edificata proprio dove sorgevano i Tempi dedicati a Giove e ad Atena durante l'antica Roma. Ha una forma asimmetrica e irregolare perché in realtà si tratta della giunzione di due chiese precedenti. Da fuori austera ed elegante, dentro un trionfo di mosaici e ori

  • Il castello di San Giusto Purtroppo siamo arrivati tardi, abbiamo solo potuto buttare uno sguardo, ma senza visitarlo davvero ( chiude alle 17.30 in quanto comunale). Dicono però che la vista dalla cinta muraria sulla città sia bellissima. L'ingresso costa 8 euro, ma la prima domenica del mese è gratis. Se volete saperne di più, QUI trovate storia e info

  • Teatro romano Pensate che le sue gradinate, collocate sul pendio del colle per sfruttare la pendenza naturale, potevano ospitare 3.500 spettatori. All'epoca della sua costruzione (1^ secolo a.c.) il teatro si trovava fuori dalle mura cittadine ed in riva al mare, che a quel tempo giungeva sino a lì! La cosa bella è che non ha un biglietto d'ingresso ed è sempre visitabile



Finito il tour torniamo a casa per una doccia e inizia la disavventura con i ristoranti. Non ci sono stata, ma vi consiglierò quelli che mi erano stati consigliati:

Ciò che piace non è che piace così tanto, nonostante le mille recensioni a 5 stelle ( molti amici?). Non era male, per l’amor di Dio, però non era niente di eccezionale e il prezzo era decisamente alto per la qualità. Ma era pur sempre una cena di #compleanno e stavo disperatamente cercando di organizzare qualcosa di minimamente carino, che non fosse l’ultima delle #bettole, per quanto, in altre condizioni, molto apprezzate! Poi abbiamo fatto un saltino in uno dei #locali di via #Torino, dove gli spritz a 3 euro e 50 danno sempre grandissima soddisfazione, soprattutto a noi Milanesi, che di solito lo paghiamo 9. Breve excursus sullo Spritz. "Le origini dello spritz sono ignote, ma sembra che l'origine sia da rintracciare in un’usanza dei soldati dell'Impero austriaco, di stanza in quella che in precedenza era la Repubblica Serenissima e poi fece parte del Regno Lombardo-Veneto, i quali, abituati ad un consumo di birra con un grado alcolico minore, per stemperare l'elevata gradazione alcolica dei vini veneti li avrebbero allungati con seltz o acqua frizzante; da qui si vuole l'origine del nome, che si vuole derivare dal verbo tedesco austriaco spritzen, che significa "spruzzare", il gesto appunto di allungare il vino con l'acqua frizzante. Di tale usanza austriaca, conservatasi pressoché inalterata a Trieste e in Trentino, territori asburgici fino al 1918, rimane eco presso la popolazione anziana di molte località del Nord-est italiano e, con il nome di “vin sprizato”, anche a Milano.

Come cocktail lo spritz nasce presumibilmente tra gli anni venti e trenta del Novecento a Venezia, quando si pensò di unire a tale usanza l'Aperol (presentato alla Fiera di Padova nel 1919) o il Select(prodotto dai fratelli veneziani Pilla)

Acquisita un'enorme popolarità a Venezia, a Padova e nell'intero Veneto a partire dagli anni settanta, lo spritz diventa un cavallo di battaglia dell'Aperol." ( wiki!)

Io, ignara di tutto ciò, primo giorno a Trieste, incuriosita chiedo uno spritz bianco, (2€ e 50!!!) L’ho assaggiato e ammetto che la #delusione è stata abbastanza forte. Così, con grande faccia di merda, mi avvicinai al bancone e, premettendo con non volevo assolutamente mancare di rispetto alle loro tradizioni centenarie, gli chiesi di correggermelo con dell’#Aperol :)


GIORNO 2.

Oggi Trieste non la vedremo o quasi. La colazione al solino nei tavolini da sciuri del caffè degli #spechi però non ce la leva nessuno! Costa, perché sei nella fottuta piazza centrale di Trieste nel caffè più storico che c’è, ma ce ne si fa una ragione. L’unica cosa di cui non mi sono proprio fatta una ragione è la mala disposizione di qualunque cameriere, ristoratore o affini. Non credo proprio che la gentilezza sia nella loro indole. Ma non importa. Finita colazione ci dirigiamo verso la stazione dove prendiamo l’autobus #6, che in una ventina di minuti ci porterà al #Castello di #Miramare. Il castello è stupendo, così come il parco che lo circonda, tutto a picco sul mare. Il castello è stato voluto attorno alla metà dall’Ottocento dall’arciduca Ferdinando Massimiliano d’Asburgo per abitarvi insieme alla consorte Carlotta del Belgio. Mentre il piano di sotto è bello, ma sobrio ( basti pensare che la stanza da letto di lui era minuscola e assomigliava alla cabina di una nave, perché era lievemente fissato con la vita e la carriera nautica), il piano di sopra, quello d'onore, per gli ospiti, è davvero opulento e splendente, anche se la cosa migliore resta sempre la vista sul blu! Per più info QUI



Unica nota dolente, non è stato possibile pucciare i piedini in acqua, perché fuori stagione tolgono gli accessi agli scogli e l’unica spiaggia che ho visto era riserva naturale e quindi inaccessibile :( Peccato, anche se il bagno non ce l’avrei fatto molto volentieri, contando che ho visto, nell’acqua trasparentissima, una decina di meduse da 15 chili l’una!

Dopo una piacevolissima mattinata per #pranzo siamo tornati a Trieste, e abbiamo miracolosamente preso l’ultimo tavolino disponibile nel famoso Vecio Buffet Marascutti Ne è davvero valsa la pena, abbiamo preso un #tagliere di salumi e formaggi a dir poco divino e degli #gnocchi al ragù di #selvaggina sublime! Dolce acqua vino, il tutto per meno di 20 euro a testa. Da ritornare assolutamente!


Ma poi di corsa di nuovo verso la stazione dove c’è anche la fermata dell’ #autobus46, che è quello che porta alla Grotta Gigante. Purtroppo, facendo anche tappa al Santuario di Monte Grisa, ci mette parecchio, più di 40 minuti, ma posso dire che ne vale assolutamente la pena, almeno se vi piacciono le #grotte.

Le foto come sempre rendono poco, ma è un posto incredibile, la grotta a “stanza” unica più grande di non so esattamente dove, ma da lasciare senza fiato. Come sempre #stalattiti e #stalagmiti che sono lì da MILIONI DI ANNI. Infatti 1 millimetro di stalattite cresce in 20 anni. Dovremmo tutti imparare un po’ a rallentare dalle stalattiti ;) La storia è affascinante e la guida preparata. Si scendono 500 gradini ( davvero panoramici) e poi se ne risalgono altri 500, ma abbastanza con calma, non ho sentito nessun tipo di fatica. Certo non lo consiglierei a chi ha le stampelle. Nonostante la bellezza della grotta, il mio momento preferito è stato a Borgo Grotta, dove abbiamo incontrato una decina di persone vestite di carnevale che giravano in tondo per il paese ( 50 anime?) capeggiate da una giraffa su un trattore, con un cartone di Ronco da 5 litri sul cruscotto! Ci hanno anche invitato ad unirci, e l'avremmo fatto volentieri, ma purtroppo il tempo è tiranno!


Noi sfortunatamente eravamo senza macchina, che ci avrebbe fatto risparmiare un’infinità di tempo, ma non importa, stato bellissimo uguale. Ma se voi l’aveste, vi consiglio con tutto il cuore di sconfinare in #Slovenia (20 min) e, se siete appassionati di grotte, andare a vedere le Grotte di San Canziano, una vera meraviglia della natura. Simili per impostazione e grandezza, ma con la sostanziale differenza che lì, anche vi scorre con impeto il #fiume! ( vedi articolo Slovenia!) Purtroppo il tempo a disposizione era finito, prendiamo un #blablacar per tornare a Milano ( Dio salvi Blablacar!), ma non prima di essere andati in un bar ed esserci fatti fare due panozzi, prosciutto cotto tagliato al coltello e senape #kren ( tipicissimo!) e uno #Porcina (coppa di suino bollita). Un ottimo saluto a questa bella città! Vi lascio con una mappina di Trieste a prova di idiota <3 https://goo.gl/maps/jCCTNgy9xDC2


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